Venti racconti allegri e uno triste

VENTI RACCONTI ALLEGRI E UNO TRISTE

Dopo aver raccontato i momenti drammatici che hanno marchiato la sua infanzia in un libro parzialmente autobiografico, Mauro Corona abbandona i toni cupi per passare a una tavolozza di temi più leggeri. Esiste un tempo per alleviare l’animo dal dolore, per recuperare storie perdute tra i boschi, racconti veri che l’autore ha ascoltato e raccolto in giro, a Erto e dintorni.

Momenti di vita di montagna e di paese che diventano aneddoti, episodi esilaranti, addirittura miti e leggende da tramandare alle generazioni future. Storie come quella di Rostapita, Clausura e Santamantiglia, riuniti per ammazzare il maiale ma troppo ubriachi per riuscire a farlo, o come quella di Don Chino, prete in gioventù affascinante ora anziano e acciaccato tanto da non riuscire a inerpicarsi per benedire la casa più arroccata del paese, quella di Polte che, per ripagarlo del mancato servizio, quasi lo ammazza lanciandogli addosso una forma di formaggio. Espedienti, soluzioni per guadagnarsi in qualche modo la vita, storie bizzarre e anche un po’ magiche che non mancano di far riflettere, ma soprattutto: «Roba da ridere, in un mondo che non sa più ridere».

Dal libro:

“L’avvicinamento, i silenzi, le ombre scure della notte, quelle rosa dell’alba, i versi degli animali notturni facevano vibrare l’anima. Solo recarsi sul posto diventava un’avventura da lasciare il segno a vita. Soprattutto ai ragazzini. Si cominciava a nove, dieci anni a passare gelide notti d’aprile e maggio in marce estenuanti, al seguito di nonni, padri e amici dei padri aspettando l’alba nel gelo e nel silenzio”.

“La valle si apriva a settentrione ed era metà gennaio. Dentro quel mondo ibernato, s’alzava nel gelo siderale un paesaggio fiabesco. Fiori di brina crescevano qua e là come spume di mare congelate. Gli alberi erano coperti di zucchero filato, un piccolo torrente sussurrava appena sotto la coperta di ghiaccio, mentre un ciuffolotto intirizzito salutava i due temerari con un tenue pit pit”.

“Vi sono persone speciali che hanno accompagnato la nostra infanzia e dopo sono morte. E ora che siamo vecchi anche noi tornano a sfiorarci come colpi di vento. Sollevano foglie, scoprono radici di dolcezze dimenticate. Figure lontane, sepolte nella polvere del tempo. Anime che non si possono toccare se non con la mano del ricordo”.

Pubblicazione

2012

Casa Editrice

Ed. Mondadori

Pagine

160

Note

Nel mondo magico di Mauro Corona attraverso i racconti.
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