La casa dei sette ponti

LA CASA DEI SETTE PONTI

Tra i boschi dell’Appennino tosco-emiliano, vicino dall’Abetone, si trova una valle stretta e tortuosa; in fondo, una piccola casa misteriosa con il tetto coperto di stoffa colorata e due comignoli che fumano sempre, d’estate e d’inverno. L’edificio cattura l’attenzione di un industriale della seta tornato in quei luoghi dove un tempo andava a funghi.

Malgrado il fuoco acceso, sembra disabitata. Spinto dalla curiosità, l’uomo bussa alla porta: da quel momento, comincia un’avventura che lo porterà lontano dalla sua quotidianità, improntata a una corsa continua al denaro e al potere.

Affronterà numerose sfide, attraverserà sette ponti e riuscirà infine a scoprire la propria più autentica identità.

Mauro Corona scrive un racconto lungo metafora della condizione umana quando si perde di vista la semplicità dei valori più importanti.

Dal libro:

“La casa esprime un vivere umile e dignitoso non scevro di un certo mistero. Ma la visione che rallegra il cuore, passandovi accanto, sono due comignoli che sempre fumano, estate e inverno, giorno e notte, in tutte le stagioni. Stanno lassù, impiantati sul tetto rammendato, come gnomi che sbuffano col cappello storto”.

“All’inizio fu solo distratto dalla strana dimora, poi a ogni passaggio sempre più la curiosità gli mordeva le caviglie. Chi c’era là dentro? Chi vi abitava? Qualche barbone che vi aveva trovato rifugio? Una famiglia in miseria? Chi accendeva il fuoco ogni mattina? Erano domande senza risposta”.

“Eppure c’erano due comignoli fumanti. Un fuoco non si accende da solo, e nemmeno si alimenta. Ci vuole una mano che metta legna, qualcuno che custodisca la fiamma.
Bussò tre volte. Niente. Allora picchiò più forte. Niente”.

Pubblicazione

2012

Casa Editrice

Ed. Feltrinelli e Mondadori

Pagine

64

Note

Un racconto lungo dall'atmosfera suggestiva e misteriosa.
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